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Wine Tasting

Pietro 17 Marche Bianco IGT

La storia che vi racconto oggi gira attorno a un numero che ha caratterizzato la vita di questa giovane famiglia di viticoltori. Il numero è il 17, l’azienda si chiama Pietro 17. Ci troviamo a Staffolo in provincia di Ancona, precisamente nelle zone della Doc Castelli di Jesi.

Il Nome nasce dal luogo in cui si trova la tenuta Contrada San Pietro, appunto, al civico 17.

Laura e Alexander sono i fondatori di questo interessante progetto enologico, che oggi vede coinvolta tutta la famiglia, con all’attivo 4 etichette.

Laura e Alexander per farmi conoscere la loro realtà vinicola mi hanno inviato il Pietro 17 un interessante Marche bianco IGT 50% Trebbiano e 50% Malvasia; la particolarità di questo vino, che nasce da viti ultracinquantenni, è quella di rientrare nella categoria dei bianchi macerati da dove nascono i famosi .

Il Pietro 17 effettua una prima fermentazione sulle bucce per poi affinare in acciaio, ma la sorpresa di questo vino è che effettua un’ultimo affinamento in piccole anfore, quindi c’è anche un ritorno al passato con l’uso delle anfore; come sempre le buone pratiche di una volta ritornano.

Versandolo già si possono notare dei bellissimi riflessi brillanti tra il dorato e l’aranciato.

Dal bicchiere vengon su interessanti aromi floreali che ricordano fiori di campo e di fiori alberi di agrumi, aromi fruttati bergamotto ed ananas; ma anche aromi di miele di agrumi e di mandorla fresca che si ritrovano poi al momento dell’assaggio.

Al primo sorso l’ingresso in bocca è fresco, si avverte una bella nota sapida affiancata ad una interessante spalla acida che danno una persistenza aromatica, dopo la deglutizione, di tutto rispetto. Di qualità fine il Pietro 17 stupisce per questa sua freschezza ed acidità che nonostante le vari fasi di affidamento continua a presentare.

Immancabile l’abbinamento con un piatto pensato ad hoc; si è deciso di sfruttare un ingrediente del momento, la zucca, per dar vita ai ravioli fatti in casa con ripieno, oltre che di zucca, di scamorza affumicata e salsiccia sgranata. Conditi con pancetta e porcini è un piatto ricco di sfumature aromatiche ed assai appetitoso.

La complessità di sapori del piatto non ha dato tanti problemi al Pietro 17 che con la sua freschezza ed acidità ha ben retto il confronto in quanto è riuscito a sgrassare la bocca lasciando un bel connubio di sapori. La persistenza di aromi del vino e della pietanza si sono continuati ad avvertire anche dopo la deglutizione segno questo che si è arrivati ad un giusto bilanciamento.

Il Pietro 17 è stato una bella sorpresa specialmente perché solo in questi ultimi anni la diffusione dei vini bianchi macerati ha preso sempre più piede in Italia. Vi consiglio di aggiungere alla vostra cantinetta vini anche il Pietro 17 perché come ogni vino che si rispetti ha dentro una storia di tradizione, di un territorio ma soprattutto di una famiglia innamorata della propria terra.

E come dico sempre io “non importa se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto l’importante che dentro ci sia del buon vino“! Ad maiora!

Campionatura d’assaggio gentilmente inviata da Pietro 17

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