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Wine Tasting

Costa d’Elce: AGLIANICO PAESTUM IGP

“A Terra, ‘O Sole, ‘A Bone e Dio” è con questo aforisma, se così vogliamo chiamarlo, si presentano i due fondatori dell’Azienda Agricola Tommasini Francesco e la sorella Maria Cristina.
Dopo una decennale esperienza imprenditoriale in Umbria, Francesco ritorna per amore (non solo della sua terra!) in Campania e con la sorella Maria Cristina crea l’Azienda Agricola Tommasini.
“Più che un luogo, l’azienda è un’idea, uno stile di vita” amano ripetere i due fondatori. Idee messe poi in pratica nella trasformazione della frutta, proveniente dai 16.000 mq che avvolgono la casa paterna situata sulle colline di Capaccio Paestum.

Ed è proprio nella terra che fu prima sapientemente lavorata dai greci e poi dai romani che nasce il Costa d’Elce Aglianico Paestum IGP da un blend di Aglianico e Sangiovese. La tradizionale vendemmia manuale è di casa in azienda, ed anche per questo vino si ripetono i gesti di una raccolta che porta l’uomo a diretto contatto con la vite. Una volta finito il raccolto le uve vengono subito avviate alla fase di pigiatura, il mosto vino viene lasciato fermentare a temperatura controllata in fermentini d’acciaio.
L’affinamento avviene in acciaio per sei mesi.

All’esame visivo il Costa d’Elce si presenta di un bel Rosso Rubino brillante, limpido ed abbastanza consistente nella contrapposizione che il vino ha nella rotazione nel bicchiere.

All’esame olfattivo si presenta abbastanza intenso ed abbastanza complesso per le classi aromatiche che possiamo racchiudere in fruttato (frutti rossi, amarena), floreale (viola, rosa fresca).

E’ nell’esame gusto/olfattivo che si hanno le conferme o meno di quello che si è precedentemente avvertito; il Costa d’Elce, per le morbidezze, risulta essere abbastanza secco, abbastanza caldo ed abbastanza morbido; mentre per le durezze è abbastanza fresco, abbastanza tannico ed abbastanza sapido (produce una discreta sensazione di pseudo salivazione). Per la sua struttura si può affermare che è un vino di corpo, abbastanza equilibrato (morbidezze/durezze), abbastanza intenso ed abbastanza persistente nelle sue sensazione gusto/olfattive, è un vino abbastanza fine ed armonico nonostante la sua giovinezza.

La scelta del piatto da abbinare al Costa d’Elce è ricaduta su di un piatto di pappardelle ai funghi porcini; a mio parere, ed ora mi inimicherò un pò di persone, il piatto migliore per mangiare i porcini. Essendo un piatto allo stesso tempo semplice ma intenso non ha però prevalso sul vino comportandosi positivamente nel abbinamento. Le sfaccettature fruttate leggermente amaricanti si sono ben sposate con il delicato sapore del porcino che a sua volta è riuscito a concedere al palato i classici aromi di sottobosco. In conclusione possiamo affermare che le sensazioni aromatiche si sono ben susseguite in bocca. Ora sarà da scoprire con il suo opposto bianco Fiano Costa d’Elce se le sensazioni sono altrettanto interessanti. Un’altra bella scoperta questa cantina a conferma che il tramandare le tradizioni può portare solo risultati positivi e umanizza la meccanizzazione e l’informatizzazione dei processi produttivi perché alla fine di tutti i ragionamenti la mano dell’uomo è quella che fa la differenza

Campionatura ďassaggio gentilmente fornita dell’Azienda Agricola Tommasini

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