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Wine Tasting

De Giusti, Gran Cuvée Brut e Prosecco Doc Rosé oggi in degustazione

Oggi vi porto a San Vendemiano piccolo comune in provincia di Treviso a due passi da Conegliano Veneto patria del prosecco. Non potevo non parlare quindi del prosecco e dell’azienda De Giusti che, imbottiglia e distribuisce sul territorio nazionale diverse linee di bollicine, utilizzando vitigni autoctoni di zona in primis la Glera che possiamo ritrovare in purezza o in blend con altri Vitigni presenti nelle loro zone.
In questo articolo vi parlerò di 2 tipologie di vini prodotti, il Gran Cuvée Brut e il Prosecco Doc Rosé. Due tipologie di bollicine a base di Glera ma dai caratteri differenti, nel caso del rosè infatti possiamo ritrovare il Pinot nero vinificato in rosso nelle percentuali stabilite dal disciplinare di produzione.

Ma veniamo alla prima bottiglia in degustazione la Gran Cuvée Brut (cuvée di Glera, Chardonnay e Pinot Bianco) che si presenta di un bel giallo paglierino con un perlage fine e persistente, le così dette catenelle di bollicine continuano a salire dal fondo del calice anche minuti dopo la mescita! Il bouquet di profumi che vengono fuori permettono di notare aromi varietali, tipici dei vitigni sopracitati, sicuramente si possono avvertire note agrumate presenti nelle tre varietà di uva, si avvertono sentirei di ananas, banana, per poi spaziare in un delicato floreale (fiori di campo, gelsomino).

All’assaggio la sua sapidità e freschezza sono il biglietto da visita al primo sorso. Essendo secco si presta per essere bevuto sin dalle prime fasi del pranzo. È bilanciato e si può fregiare di una buona persistenza aromatica (quanto tempo dopo la deglutizione gli aromi del vino continuano ad essere presenti in bocca). È un vino fine. Come accennato prima questa bollicina si presta ad essere bevuta durante il pasto ma anche per essere bevuta in amicizia scambiando quattro chiacchiere.

Venendo alla parte di abbinamento cibo vino il suo meglio lo dà in accoppiata con antipasti, ľho voluto “testare” con una serie di antipasti di terra. Con formaggi e con salumi la risposta della Cuvée è stata interessante perché con i formaggi di media stagionatura ha egregiamente fatto il suo dovere di sgrassare il cavo orale dall’untuosità del formaggio evitando quindi quella classica (chiamiamola così) anestetizzazione della bocca dovuta alla parte grassa. Anche con i salumi si è comportato bene, confronto retto anche con salame calabro piccante. L’abbinamento che ha sicuramente dato maggiore rispondenza è stato con il Capocollo di Martina, la mortadella IGP Bologna ed un caciocavallo affinato in grotta. Vi consiglio vivamente la Cuvée a tutto tondo. Con un’elegante bollicina come questa c’è solo l’imbarazzo della scelta per organizzare un bel antipasto gustoso mare e terra!

Il secondo prosecco di casa De Giusti in degustazione è il Brut Rosé, blend (come da disciplinare) di Glera e Pinot nero (pinot nero vinificato in rosso).
Dal brillante colore rosa provenzale, o anche a buccia di cipolla, presenta una bollicina leggermente più grossa rispetto al precedente prosecco, le note agrumate e floreali anche in questo caso sono presenti anche se si possono avvertire note di ciliegia e amarena per via della presenza del Pinot nero. Al palato si presenta secco, fresco e piacevolmente sapido! La nota del Pinot nero fa sì che dopo la deglutizione si possano apprezzare una manciata di secondi dopo le sfumature tipiche di questo vitigno a bacca nera tra questi si può avvertire la radice di liquirizia e un tocco di bacca di vaniglia.

Anche per il Rosé si è pensato un abbinamento che potesse creare la giusta alchimia tra piatto e vino. La scelta è ricaduta su di un primo piatto di mare. Anche il formato di pasta, scelta ponderata, ha dato la sua giusta risposta; di cosa parliamo? Parliamo di uno spaghetto e quadro con tocchetti di tonno fresco appena saltati ed amalgamati con Rodez. Il giusto quantitativo di ingredienti non ha dato squilibrio di sapori. Grazie anche all’amido dello spaghettone fresco nella preparazione si è creata una gustosa crema che è stata trait d’union tra i vari ingredienti del piatto. Il Rosé dal canto suo, grazie anche alla presenza del Pinot nero, ha dato delle belle risposte legandosi agli aromi del piatto, diciamo che i sapori che restano in bocca sono variegati nessuno prevale sull’altro.
Una intrigante accoppiata sono state queste prime 2 bottiglie di casa De Giusti, altre referenze attendono di essere testate ma ve ne parlerò più in là.

Campionatura gentilmente inviata da De Giusti

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