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Wine Tasting

Patù Primitivo I.G.T. Salento

Oggi si ritorna in Puglia nelle terre del Primitivo, siamo in agro di San Giorgio Jonico nel basso tarantino dove un’altra storia di famiglia si tramanda da padre in figlio, nonni e nipoti; tracciando così un nuovo tassello per arricchire ľofferta enoica pugliese di qualità. La mia fermata in terra di Primitivo si chiama Tenuta Giustini.

La storia della cantina è relativamente breve, 13 anni di attività, ma lo spessore dei loro vini ne denota esperienza e passione nel campo. Il 2006 è stato l’anno di fondazione, tutto è cominciato come una scommessa appassionante: trasformare l’esperienza, la devozione dei loro nonni verso i vigneti in vino.

Si definiscono “Coraggiosi, visionari ed irrimediabilmente ottimisti“ e questi tre cardini sono stati i punti saldi per una produzione di vini che rispecchiassero il territorio in purezza!

Il 2015 nasce la cantina che ha permesso così l’espansione della produzione che ha scaturito come conseguenza ľallargarsi degli scenari di vendita verso svariati mercati sia nazionali che internazionali.

Oggi in degustazione uno dei vini del rinnovamento il Patù Primitivo 100% I.G.T. Salento 2017 13,5% vol.

Trovandoci in una regione ďItalia che vanta un gran numero di ore di irraggiamento solare e con estati calde le vendemmie sono programmate ľultima decade di settembre quando il Primitivo è al suo massimo qualitativo.

Dall’azienda riferiscono che la vendemmia viene condotta interamente a mano, l’uva è deposta in cassette, deraspata e sottoposta a un lungo periodo di macerazione, a cui segue una fase prolungata di fermentazione, in contenitori di acciaio a temperatura controllata, e successivo affinamento in botti di inox di almeno sei mesi. Dopo ľimbottigliamento il vino continua il suo affinamento in cantina.

Appena lo si versa nel bicchiere si apprezza il rosso rubino limpido ma al tempo stesso impenetrabile accompagnati da una consistenza alta, imprime la sua resistenza al moto rotatorio.

Al naso risulta abbastanza intenso, complesso per il numero di famiglie aromatiche individuate, di qualità fine. Tra gli aromi riscontrati si scorgono sentori di Viola, more, Prugne ed anche frutti di bosco, si possono apprezzare anche note balsamiche e iodate.

L’ingresso in bocca denota un vino secco, caldo e morbido (morbidezze), in contrapposizione una freschezza ed una sapidità accennata ed un tannino carezzevole (durezze) con un buon corpo.

Il Patù lascia in bocca una buona persistenza, ed un’altrettanta buona intensità aromatica dopo la deglutizione.

Per via delle morbidezze che prevalgono sulle durezze il vino risulta abbastanza equilibrato ma di pronta beva anche se non nascondo una sua buona propensione all’affinamento.

Ed un vino di questo calibro non può essere abbinato ad una pietanza “leggera” trovandoci nel periodo di feste natalizie appena trascorse si sono presentate al confronto le classiche crepes salate ripiene di un trito, sapientemente preparato su indicazione della mia personal chef Margherita da Daniele Vitale dell’omonima macelleria, di salsiccia a punta di coltello, agnello e manzo. Il piatto quindi si è fatto valere per la sua complessità di sapori che con una certa nota grassa data dalla carne assieme alla sapidità del condimento e della crepes stessa ha retto il confronto con il corpo del vino che si è ben adattato dando quella nota avvolgente ma senza sovrastare il sapore della pietanza. Il tannino leggero, la morbidezza ľaccennata freschezza hanno sempre bilanciato in bocca i vari sapori facendo sì che ad ogni morso ed ad ogni sorso si potesse sempre apprezzare ľequilibrio venutosi a creare tra cibo e vino.

Conoscere una nuova cantina attraverso i suoi prodotti e sempre un piacere ed un onore per me maggiormente se poi è una degna rappresentante della mia terra d’origine la Puglia.

Campionatura d’assaggio gentilmente inviata da Tenuta Giustini.

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