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Visite in cantina

Azienda Vinicola Cantele Srl

Il 25/08/2015 io ed il mio caro amico fraterno Andrea abbiamo fatto visita all’Azienda Vinicola Cantele di Guagnano (LE).

La cantina nella sua attuale conformazione è stata innaugurata nel 2003 per far fronte all’esigenze del mercato, ma la storia della famiglia Cantele ha radici lontane. Il tutto parte da Imola nel pieno della Seconda Guerra Mondiale dove Giovanni Battista Cantele si perde nella bellezza inebriante di una una donna Teresa Manara che diventerà poi sua moglie. Giovanni Battista Cantele nel primo dopoguerra intraprese l’attività di importatore di vino sfuso, in uno dei suoi tanti viaggi salentini decise di portare con se la moglie e fu li che il Salento suscito in lei le stesse emozioni provate dal marito nei suoi confronti anni prima. Da li decisero di stabilirsi in terra salentina; nel 1979 assieme ai figli Augusto e Domenico fondano la Cantina Cantele intraprendendo la professione di produttori di vini. Grazie ai suoi nipoti oggi la tradizione continua con lo stesso amore e passione.

Ma torniamo alla nostra visita in cantina, siamo stati accolti dalla responsabile delle visite guidate in cantina Federica Perrone. In attesa dell’arrivo di 2 simpatiche famiglie venete veniamo accompagnati nella moderna sala di degustazione dove Federica ha illustrato con professionalità ma allo stesso tempo con semplicità le varie linee di produzione ed i mercati che esse ricoprono. All’arrivo dei nostri amici veneti il tour è partito, seguendo quella che è la normale filiera di produzione in cantina, dalla stazione di pigiatura soffice dell’uva attraverso torchi ad aria compressa che schiacciano il chicco senza stressarlo. Subito affianco i grandi silos esterni muniti di serpentine refrigerate situate in un anello che avvolge parte della superficie dei fermentini, grazie ad essi si riesce a controllare la temperatura interna e renderla costante. La cantina è stata informatizzata facendo si che attraverso speciali software tutto sia controllato a distanza.

Prosegue la visita nella parte interna dove già è un brulicare di tubi ed operai tutti all’opera per stoccare nei grandi fermentini di inox lo chardonnay appena pigiato!!!

E già si incomincia a respirare il classico buon odore di cantina!!! Proseguiamo il giro scendendo al livello interrato che nasconde gelosamente la bottaia. La sensazione è quella di entrare in un tempio, silenzioso e con un’illuminazione discreta quasi a significare che non bisogna disturbare il “riposo” del vino riposto nella barrique!!! Le barrique da 229 litri sono tutte di rovere francese tostatura media di I, II e terzo passaggio. Più in fondo si possono scorgere fermentini verticali in acciaio inox!!! Nella quasi totalità delle barrique si affina il rosso tranne per una parte dedicata al bianco di punta della cantina, il Teresa Manara che solitamente staziona per 6 mesi prima di essere imbottigliato. Da quest’anno una linea speciale di Teresa Manara è disponibile con un invecchiamento di 12 mesi in barrique.

Dopo la visita alla bottaia il tour prosegue nella zona imbottigliamento; questo reparto completamente automatizzato si occupa di prelevare dai pallet le bottiglie, lavarle, riempirle, apporre il tappo con relativa corona, passarle alla stazione di etichettatura per poi essere imballate in cartoni da 6 creando pallet composti da 110 confezioni, il tutto sotto l’occhio vigile dei tecnici!!!

Come si suol dire “dulcis in fundo” il nostro tour si è concluso da dove siam partiti la sala di degustazione; Federica ha pensato di strutturare il percorso degustativo in un crescendo di sapori ed aromi.

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Ad aprire le danze il fiano 2014 Alticelli che ha preparato il terreno ai suoi successori; questo vino è il classico bianco da pasteggio che presenta un fruttato discreto, fresco nel suo insieme ed abbastanza equilibrato; Il Rohesia 2014, rosato di negroamaro ha dato una sferzata alla precedente degustazione presentandosi con il tipico aroma spigoloso proprio del vitigno, anche questo vino è abbastanza equilibrato, prevale appena la nota alcolica; sicuramente abbinato ad esempio ad un buon piatto di cavatelli con cozze e cieci può dare dei risultati maggiori.

E con il Teresa Manara che abbiamo dato il via alla scalata, come già descritto nel mio precedente articolo questo chardonnay invecchiato in barrique ha un so perchè; l’affinamento in legno lo rende si leggermente più “duro” ma allo stesso tempo piacevole nel lasciare in bocca un rincorrersi di sapori di frutta fresca (mela verde), note floreali, sino ad arrivare in un finale di sentori di tostatura per via del suo affinamento come detto in precedenza.

Il Teresa Manara Chardonnay “Dieci Settembre” a differenza dell’altra linea di produzione è affinato sui lieviti per ben 12 mesi in barrique di rovere francese. Questo tipo di affinamento conferisce al vino sapori ed aromi del tutto differenti rispetto al Teresa Manara classico, la nota barricata è più presente e onestamente su un vino bianco può non essere di gradimento ma questo, come dico sempre, è una sensazione personale; quindi vi invito a degustarlo e confrontare i due Teresa Manara, troverete il gusto giusto che fa per il vostro palato.

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Dal Teresa Manara Chardonnay si è passati al Teresa Manara 2012 Negroamaro, anche questo vino è affinato per 12 mesi in barrique di rovere francese, i sapori e gli aromi sono i tipici del negroamaro con i suoi frutti e fiori rossi con una nota spezziata e di tostatura.

A dare una sferzata di aromi e di profumi ci pensa l’Amativo 2012 blend di 60% di primitivo e 40% di negroamaro che affina in barrique di rovere francese per 12 mesi; al naso gli aromi variano con il trascorrere del tempo nel bicchiere passando dai frutti rossi alla confettura ai fichi secchi!!! La spigolosità del negroamaro è smussata dalla vellutata nota dolce quasi liquorosa del primitivo!!!

A chiudere questa scalata il top di gamma di casa Cantele il Fanoi 2010 100% primitivo affinato in barrique di rovere francese di primo e secondo passaggio, continua l’affinamento per altri 14 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio. Potete immaginare come la sua struttura sia un tripudio di aromi amarena, arancia, affumicato, che al palato sono avvolgenti e persistenti. Siamo davanti ad un signor vino.

Soddisfatto della mattinata trascorsa in cantina ho deciso di portare via un ricordo che è andato a predere il giusto posto nella mia cantinetta privata ma ne parleremo più avanti.

Ringrazio ancora Federica per la sia diponibilità e professionalità nell’averci guidato nella vita di cantina ed averci fatto conoscere la storia di questa importante azienda pugliese.

A presto!

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